No liqudità e no cash

No liquidità di conto e no cash stanno pian piano divenendo due regole imperative che ogni banca vorrebbe imporre ai propri clienti. Non c’è giornata che leggendo nei quotidiani nazionali non si trovino articoli dove alcuni istituti di credito stiano apportando delle manovre correttive alle condizioni di conto. 

Aumenti di costo dei conti corrente, tassi negativi sulla raccolta e chiusure di sportelli ATM, ma perché tutto questo accanimento?

Come prima cosa riflettiamo solo alcuni dei fattori che hanno portato a questo cambiamento:

✓     Negli ultimi mesi i depositi in conto corrente hanno raggiunto cifre esorbitanti

✓     I bond people, complice i tassi negativi, non trovano soddisfazione su scadenze accettabili

✓     Prodotti con buon rendimento e rischio contenuto sono sempre più difficili da scovare

✓     E’ mutata sensibilmente la percezione della rischiosità di mercato

✓     Offerta di prodotti finanziari non sempre in linea con le aspettative della clientela

✓     Non ultimo, l’aumento del costo della raccolta.

Partendo dal contesto attuale, dove da 18 mesi a questa parte siamo messi a dura prova da una crisi globale catastrofica, una crisi economica e sociale ed una crisi finanziaria che hanno lasciato e lasceranno ancora profonde ferite in tutti i settori. Solo a pensare cosa sta avvenendo oggi in paesi come l’India c’è parecchio da preoccuparsi.

Tornando a noi è ormai ampiamente risaputo che il mercato obbligazionario, soprattutto per il mercato retail, stia offrendo rendimenti negativi su scadenze a breve e medio termine e molte aziende, complice la pandemia, si trovino ad avere molta difficoltà nel rifinanziare il debito. Paradossalmente, a detta di alcuni esperti di settore, è un porto più sicuro l’equity che il debity.

L’andamento dei mercati finanziari dell’anno scorso e qualche deciso ribasso in tempi recenti nonostante le borse corrano sui massimi, hanno riacceso in molti l’avversione al rischio ricercando sempre più soluzioni come conti deposito e liquidità di conto.

I tassi euribor sono ormai negativi da moltissimo tempo su tutte le scadenze mentre la raccolta sul conto corrente, se non ha un leggero tasso positivo è comunque a tasso zero; traducendo vuol dire che le somme depositate sul conto corrente sono un costo per le banche.

Le primissime manovre correttive per cercare di salvaguardare i margini sono state:

✓     l’aumento del costo annuo del conto corrente

✓     l’inserimento di tassi negativi sulla giacenza 

✓     l’eliminazione degli Atm per indurre l’utilizzo di soli strumenti di pagamento elettronico.

Comprendo benissimo la necessità da parte di alcune aziende di tutelare i propri bilanci, vedo però in contrapposizione la nascita di alcuni nuovi intermediari fintech che stanno andando dalla parte opposta offrendo tassi quasi interessanti sulle giacenze. A questo punto però mi chiedo, perché dobbiamo per forza avere molta liquidità sul contocorrente? Perché non gestiamo con intelligenza il patrimonio a disposizione? 

Le risposte alla domanda ovviamente oltre ad essere molto soggettive sono anche molto variabili però alcune osservazioni le ho raccolte dalla clientela e spaziano da: 

✓      “mi propongono solo polizze” 

✓      “non voglio rischiare il denaro”

✓      “non c’è nulla di sicuro che renda anche un pochino” 

✓      “non saprei dove metterli”

✓     “non mi fido, ho paura”

fino ad arrivare a proposte incomprensibili da parte di alcuni che possono essere prodotti strutturati ecc ecc.

Dal canto mio, come consulente finanziario autonomo, vorrei far riflettere sul fatto che nel mercato ci possono essere numerose opportunità da cogliere, basta essere liberi di cercarle.

Ogni istituto di credito, nello svolgere la propria consulenza, proporrà ai propri clienti un range di prodotticontenuti all’interno del proprio catalogo (passatemi il termine), ovviamente non avrà interesse a segnalare strumenti finanziari presenti sul mercato anche se più efficienti in termini di resa e di costo. Parliamoci chiaro, è un po’ come andare in un concessionario auto di una determinata casa produttrice per comprare una utilitaria sperando che il venditore ci proponga un’auto di lusso di una casa concorrente. Insomma, fanno bene o fanno male? Fanno il proprio mestiere!

Ormai esiste da tempo una scelta alternativa in ambito investimenti, scelta ben diversa dal fai da te o dal trader improvvisato; l’opportunità si chiama consulenza “consulenza finanziaria indipendente”

Il consulente indipendente è un professionista nel mondo investimenti che ha a cuore unicamente la piena soddisfazione dei propri clienti, non vende/colloca nessun prodotto finanziario, non ha conflitti di interesseed è specializzato nella gestione del patrimonio selezionando sul mercato i migliori prodotti evitando costi inutili, spese nascoste e proponendo soluzioni in linea con gli obiettivi prefissati.

✓     Avete mai preso in considerazione di fare una analisi portafoglio tramite un consulente autonomo? 

✓       Siete al corrente che è molto semplice verificare se il portafoglio è veramente adeguato alle vostre esigenze e se non è eccessivamente eroso dai costi impliciti ed espliciti dei prodotti?

Contattatemi per un consulto ed un’analisi gratuita, sarò felice di illustrarvi le opportunità reali di una gestione indipendente. 



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